Nicola Briani parla di lead engagment e di misurabilità del marketing online. Il problema spesso è cosa andiamo a misurare.
Provenienze di una lead:
– accessi diretti (il brand è noto)
– campagne marketing (email, organico, ppc, referral, display)
Moltissimi acquisti arrivano da utenti che cercano il nome del sito “giglio.com” su Google.
su google analytics: _addIgnoredOrganic (“parole chiave da ignorare”)
Per saperne di più su analytics>>
Gli obiettivi di una campagna, che posso/voglio monitorare:
– visite
– lead primarie (da utente a cliente)
– lead secondarie (un prospect: ovvero un potenziale cliente)
– brand promotion
Gli utenti: nuovi visitatori, prospect o clienti?
Vorrei sapere la differenza di transazione eseguita, a seconda di che tipo di utente sia.
Il report ideale: dovrebbe misurare la capacità di generare i clienti (fra nuovi, prospect e clienti di ritorno) la capacità di generare prospect o di promuovere un brand.
Problemi: se io mi metto nei preferiti un sito dopo aver visto una campagna pay per click e poi a distanza di tempo faccio un acquisto, la mia conversione sarà assegnata al ppc oppure al posizionamento organico?
Nicola solleva diverse questioni, auspicando una maggior discussione sulla web analytics in Italia, fra gli esperti del settore.
E’ importante dotarsi di software di web analytics adeguati, che registrino le visite degli utenti in modo accurato e che possano ricostruire la storia di un visitatore, e quindi anche le sue conversioni.
KPI che vorrei da una campagna, in un report di marketing intelligence:
– visite / visitatori
– clienti unici acquisiti
– obiettivi primari e secondari
– cost per action – cost per costumer = roi