Nota: questo post si basa su una recente presentazione che Bridget Randolph ha tenuto al LearnInbound di Dublino. Potete trovare le slides qui.
La discussione sulla Mobile Search è cambiata molto negli ultimi anni. Quando ho cominciato a dedicarmici, nel 2012, era gia’ in corso un dibattito acceso sul tema e ai tempi la grande domanda che tutti si ponevano era: “Quale dovrebbe essere la mia mobile strategy?”
Già allora la situazione era in evoluzione. Durante una delle mie prime presentazioni sul tema, ho sottolineato l’importanza di smettere di pensare ad una “mobile strategy” come se fosse diversa dalla nostra web strategy, perchè la tecnologia mobile stava diventando semplicemente un altro modo per accedere ad Internet. Dopotutto gli acquisti di smartphone stanno aumentando ad un tasso esponenziale a livello globale:
E a causa di questi cambiamenti, le domande che poniamo son cambiate.
- Eravamo soliti chiederci se era necessario un sito apposito per mobile (ed era in quel periodo che Google iniziava davvero ad incoraggiare l’uso del responsive design), mentre ora la “mobile-friendliness” sembra esere usata spesso in modo intercambiabile con “responsive.”
- Ci preoccupavamo spesso di trattare gli utenti mobile in modo differente, perche’ ritenevamo che fossero sempre “di passaggio,” mentre adesso sappiamo che la maggior parte della gente usa dispospositivi mobili tutto il tempo e tutti i giorni. Infatti, il piu’ delle volte, questi dispositivi vengono usati anche quando ci sono a disposizione altri mezzi, a casa o sul lavoro. Piu’ recentemente Google ha iniziato a parlare in termini di “micro-moments.”, i vari casi di utilizzo della ricerca (come Do-Go-Know-Buy) che si applicano in egual modo sia agli utenti mobile che a quelli desktop.
- E solitamente parlavamo molto di app, e ci chiedevamo se fosse il caso di usare una web app Html oppure una native app, di quanto fosse difficile per un’app distinguersi nel caos dell’app store, e parlavamo di app store optimization (ASO) rifacendoci ai vecchi tempi della SEO, con la sua enfasi sulle keyword per il posizionamento. Ora parliamo di app in altri termini: discutiamo di altri modi in cui le persone possono utilizzare e scoprire le nostre app – come attraverso l’indicizzazione delle app oppure lo streaming.
Questo cambiamento non sorprende, se consideriamo che nel 2015 il 52% degli utenti internet in UK ha dichiarato che il cellulare e’ il proprio “mezzo preferito per accedere al web” – e nel 2013 eravamo solo al 24%. Cio’ significa che il numero delle persone che considera il proprio cellulare come il principale dispositivo per accedere ad internet si e’ duplicato in solo due anni, e abbiamo tutte le ragioni di credere che questo trend continuerà.
Ha senso perche’ (come Benedict Evans ha scritto recentemente), “in realta’ e’ il PC ad avere una versione limitata, elementare e ridotta di Internet … ha solo il web.” Invece i nostri dispositivi mobili hanno molte piu’ informazioni a cui attingere (foto, geolocalizzazioni, amici, movimento,…) ed una maggiore interattivita’: con il mondo esterno (attraverso la tecnologia beacon), con te quando stai usando lo smartphone (tramite le notifiche), e con la tua identita’ personale (perche’ un telefono e’ sempre attivo ed e’ quasi sempre un dispositivo individuale piuttosto che uno condiviso come capita col PC).
Dunque, in che modo i cambiamenti che stiamo vedendo nel comportamento dell’utente cambieranno il nostro approccio alla SEO?
Per rispondere a questa domanda vorrei concentrarmi su quattro aree chiave nelle quali Google sembra stia cambiando il suo approccio rispetto alla mobile search, e voglio proporre alcune cose che possiamo fare in merito:
- Mobile-friendliness come fattore di Ranking
- Velocita’ del sito e tempo di caricamento della pagina
- Mobile-first design delle SERP
- Integrazione della app con la ricerca su web
Mobile-friendliness come fattore di Ranking
Quando nel 2015 Google ha presentato per la prima volta il Mobile-Friendliness Update (oppure “Mobilegeddon” come e’ stato soprannominato), l’impatto e’ stato percepito direttamente da quei siti che sono stati maggiormente colpiti dall’aggiornamento (alcuni siti hanno perso piu’ del 35% del loro mobile ranking entro il primo mese dopo il rilascio) ed indirettamente, nel passaggio verso la “mobile friendliness” nel periodo prima dell’aggiornamento. Google annuncio’ di aver visto un aumento del 4.7% nel numero dei siti mobile-friendly nei due mesi tra l’annuncio dell’update e il suo effettivo rilascio.
Una nuova versione dell’aggiornamento e’ stata rilasciata di recente, quindi possiamo aspettarci di assistere ad un ulteriore impatto nei prossimi mesi.
Cosa fare?
Qui l’azione fondamentale da compiere è quella di assicurarsi che il vostro sito superi il mobile-friendly test, e verificare gli errori mobile specifici eventualmente riportati da Google Search Console.
Velocita’ del Sito Web e tempi di caricamento della pagina
Di pari passo con l’attenzione posta sulla mobile-friendliness, c’e’ anche da segnalare una spinta verso il miglioramento della velocita’ del sito e dei tempi di caricamento della pagina. Cio’ e’ particolarmente evidente sui siti editoriali, dove gli elementi da caricare sono numerosi e diversi anche quando il contenuto effettivo è leggero.
Google non è il solo ad affrontare questo problema: Facebook Instant Articles e Apple Newsstand usano entrambi versioni in-app delle pagine contenuti per velocizzare il processo di caricamento, ed alcuni editori hanno anche creato delle loro proprie app per cercare di risolvere il problema.
La soluzione di Google a questo problema è l’Accelerated Mobile Pages Project (AMP), che consente ai publisher ed ai creatori di contenuti editoriali di costruire nuove versioni delle proprie pagine seguendo una serie di regole che garantiscono velocità e distribuzione dei contenuti.
Questa serie di regole consentono alla pagina cached da Google di:
- caricarsi rapidamente (velocita’)
- venire distribuita direttamente sulla SERP come segue:
Esempio: URL primaria, versione AMP del contenuto direttamente sul sito primario, versione AMP cached da Google.
Che cosa fare?
Il primo passo da intraprendere e’ decidere se l’AMP per voi e’ importante.
Dovreste usare l’AMP se:
- Google News e’ per voi un’importante fonte di traffico;
- Create molto contenuto, in particolare contenuto editoriale;
- Volete una distribuzione piu’ ampia del vostro contenuto;
- Avete un’alta percentuale di traffico su mobile
Se questo e’ un buon approccio per voi, potete saperne di più leggendo qui.
Mobile-first Design della SERP
Google fa apparire la rierca su desktop sempre piu’ simile alla ricerca mobile:
- Attraverso il layout card-style, che rende la distribuzione del contenuto piu’ semplice su una gamma di schermi di tipo e misure differenti
- 2. Grazie alla decisione di sbarazzarsi della barra laterale di annunci sulla ricerca desktop a favore di piu’ annunci in cima alla pagina (su ricerche “altamente commerciali”):
“Vecchia” SERP Desktop di Google
Nuova SERP di Google senza le barre di annunci laterali
Che cosa dovremmo fare?
Non c’e’ molto che possiamo fare per affrontare questo trend in maniera diretta. Tuttavia e’ importante assicurarsi che, per quelle SERP “altamente commerciali”, stiate tenendo conto del cambiamento del layout delle SERP quando fate il vostro tracking e analizzate i report. Inoltre vi consiglio di spostare parte della vostra attenzione verso la costruzione della vostra strategia di ricerca top-of-funnel, per dirigervi verso keyword meno commerciali dove avrete meno annunci a pagamento contro cui competere.
L’integrazione delle App con la Ricerca Web
Google ha bisogno di trovare un modo per integrare il contenuto delle app con il resto sul web, oppure rischia di diventare irrilevante. L’effetto “giardino recintato” derivante dall’avere le app sullo schermo del tuo telefono, unitamente alle recenti statistiche che mostrano che circa l’85% del tempo che gli utenti passano sui loro dispositivi viene impiegato sulle app piuttosto che su mobile web, sta a dimostrare che le app presentano una reale minaccia a Google se continua a rimanere un semplice intermediario tra gli utenti e la scoperta del contenuto.
La soluzione per Google consiste nell’iniziare ad indicizzare e fornire contenuto app nei risultati di ricerca web per questo sta lavorando in direzione dell’indicizzazione app e dell’app streaming.
L’indicizzazione delle app richiede l’impostazione della vostra app in modo che lo stesso http:// web link possa essere usato per collegarsi sia ad una pagina sul vostro sito desktop, sia alla sua versione mobile e anche all’equivalente contenuto all’interno della vostra app (deep linking). Cio’ consente a Google di fornire la versione piu’ rilevante basandosi sul contesto attorno a quel particolare utente e al modo in cui preferisce usare il web.
Image credit: http://searchengineland.com/app-indexing-matters-f…
Nel lungo termine, sembra si stia muovendo verso l’opzione di “app streaming” che consentirebbe all’utente di accedere al contenuto dell’app senza doverla installaresul proprio dispositivo. Il contenuto verrebbe fornito attraverso l’interfaccia di ricerca di Google, piazzando saldamente Google tra l’utente ed il fornitore del contenuto:
Esempio di app streaming sulla SERP
Cosa fare?
Se non avete gia’ un’app, quest’aspetto potrebbe non interessarvi molto. Tuttavia val la pena di prendere in considerazione l’idea di crearne una. Prima di decidere di avere o meno una propria app bisognerebbe chiedersi delle cose:
Potrebbe la mia app …
- Dare comfort all’utente?
- Offrire un valore unico?
- Fornire valore sociale?
- Offrire stimoli?
- Divertire?
Se a tutto cio’ la risposta e’ no, probabilmente non vi serve.
Se invece avete un’app, assicuratevi che supporti http:// web link, e poi andate a leggere il mio post sull’app indexation per avere una guida su come importare questa funzione.
Verso dove ci porta tutto questo?
Credo che tutti questi trend supportino una spinta piu’ ampia di Google verso il proprio obiettivo di costruire il suo Intelligent Personal Assistant.
Nel 2013 Sergey Brin affermo’: “Quando abbiamo iniziato con Google, 15 anni fa, la mia convinzione era che non avremmo dovuto avere affatto una query di ricerca”.
Cio’ puo’ sembrare impossibile, ma se si considerano i segnali impliciti a cui Google ora e’ in grado di accedere tramite le funzioni avanzate di un dispositivo mobile, sembra meno inverosimile. E’ infatti gia’ in grado di accedere a dati quali:
- Cronologia delle ricerche
- Lingua
- Contatti social
- Ora del giorno
- Browser
- Dispositivo
- Posizione
E gli utenti stanno gia’ comprendendo che possono fornire meno segnali contestuali all’interno della keyword di ricerca ed il canale di ricerca capira’ cosa stanno chiedendo. Inoltre le tecnologie sono sempre meglio sincronizzate e raccolgono piu’ dati contemporaneamente e continuamente:
- Wearables che possono monitorare l’attivita’ fisica e segnali riguardanti la salute (come la frequenza cardiaca),
- Beacons che possono individuare e anticipare un percorso sulla base di quale lato della strada ti trovi
- Telefoni che ti dicono se stai camminando, correndo, pedalando o andando in macchina.
Questi sono tutti segnali che in futuro potrebbero essere usati per determinare i piu’ importanti risultati, potenzialmente prima ancora che tu li chieda.
Quando unisci tutti questi segnali integrandoli con l’indice pubblico (che e’ quello che attualmente pensiamo dell’indice di ricerca di Google), l’indice privato (le vostre email, foto, agende, etc.) e i contenuti delle app, Google potrebbe avere la capacita’ di essere a conoscenza delle vostre attivita’ giornaliere come una qualsiasi segretaria personale umana. Cio’ significa una singola interfaccia per tutti i tipi di ricerche e infine un’assistente personale intelligente che puo’ prevedere la vostra prossima domanda prima che la poniate.
Quindi forse, invece di focalizzarci solo sulle keyword o persino sugli argomenti, la prossima domanda che dovremmo cominciare a farci e’: “Come posso diventare una risorsa piu’ utile dalla prospettiva di un’app personal assistant?”.
Post tratto da “The Landscape of Mobile Search is Changing, How will you adapt?” di Bridget Randolph