Marissa Mayer, la prima donna ingegnere assunta in Google, colei che ha contribuito a progettare e rifinire molti dei prodotti che oggi usano centinaia di milioni di persone in tutto il mondo come Gmail, Google News, Google Images e Google Maps. Ha avuto un ruolo altresì importante nella definzione dell’attuale interfaccia bianca di accesso al motore di ricerca Google.
A parte le doti professionali e intellettive di questa giovana manager, come son ben evidenziate in questo articolo http://www.ilpost.it/2012/07/17/marissa-mayer-nuovo-ceo-yahoo , la vera notizia che ha fatto “il giro delle bacheche di Facebook” è che una giovane donna in attesa di un figlio è stata scelta e nominata CEO di un’azienda importante.
Subito è sorto spontaneo il paragone con le realtà aziendali italiane e tristemente è emersa un’unica voce “In Italia tutto ciò non sarebbe mai successo!”
Perchè?
E’ colpa della ritrosia e della “chiusura mentale” di molti imprenditori che vedono nelle donne solo dei “mezzi produttivi”, che, se disgraziatamente aspettano un bimbo, non sono più all’altezza della loro mansione? O forse un po’ la colpa risiede nelle donne stesse che solo per il motivo di aspettare un figlio pretendono diritti e privilegi, molte volte a discapito dell’azienda stessa per la quale operano?
Diciamo che forse la ragione non stà da nessuna delle parti, ma cade sempre nel mezzo. Come non dimentichiamo che anche in Italia ci sono aziende che accanto alla fabbrica hanno costruito asili nido e centri giochi per i bimbi per permettere alle loro collaboratrici di essere al contempo donne in carriera e brave madri.
Vi è anche l’opinione che donne come la Mayer si concedono solo il tempo di partorire e, dopo alcuni giorni dalla nascita della loro creatura, ritornano subito al loro posto di comando. Quindi fioccano le critiche sulla qualità del rapporto e la presunta mancanza di affetto verso il nascituro.
Però… c’è un però forte e deciso.
Quante sono le donne anche e soprattutto in Italia, libere professioniste e non, che dopo una settimana dal parto ritornano subito al comando della loro attività e riescono al contempo a essere stimate professioniste e brave mamme? Ce ne sono tante e il 99% sono donne che lavorano “in proprio”, sono tante Mayer, con la differenza che non lavorano per una multinazionale, ma per la loro piccola o media azienda o società. E su queste donne di certo non si abbatte la scure che sono cattive mamme, ma sono “giustificate” perchè devono lavorare per la buona crescita dei loro figli. E quindi come la mettiamo?
Forse la giusta risposta in questi tempi così critici per l’economia non solo italiana, ma anche mondiale, non esiste! Esistono però milioni e milioni di donne coraggiose e in gamba che fanno del lavoro e della famiglia i loro valori fondamentali e per i quali ogni giorno lottano, combattono e sacrificano. Anche in Italia ci sono tante Marissa Mayer, in tutti gli ambiti lavorativi e professionali, solo che non sono riconosciute e adeguatamente valorizzate e premiate.
Sono queste donne il vero motore dell’economia e speriamo che in un tempo non troppo lontano siano stimate e premiate per il giusto valore che hanno.
Articolo scritto da:
Elisabetta Saorin – Madri Internet Marketing
Vignetta realizzata da:
Mirca Magagnato – Madri Internet Marketing